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Fondi, Ex quartiere ebraico

שיחזור השכונה היהודית מפירסומי יום התרבות היהודי בשנת 2011

comunità ebraica di Fondi נוסדה עוד בימי רומא העתיקה ויש עדויות לרציפות קיומה עד למאה ה-17.

עדות כתובה נמצאה במצבת קבורה מימי רומא העתיקה. במסמך משנת 1280 נכתב כי למעלה מ -150 אנשים "שלא לדבר על משפחות עניות". התגוררו בשכונה המכונה "Giudea" אשר שמרה עד עצם היום הזה במבנה המקורי

בשל מיקומה על הגבול שבין המחוזות לאציו ו קמפניה, הקהילה לא נפגעה מהצו האפיפיור על הגירוש היהודים מסוף המאה ה-16 הודות להיותה אז ברבה לתחום "ממלכת נאפולי". סיום הנוכחות היהודית בעיר קשור ,כנראה, עם פרוץ מחלת המלריה בשנת 1633, אשר פגעה באזור המאוכלס.

ברובע היהודי, ב-piazza dell'Olmo Perino היה מבנה הקהילה שנקרא: "Casa degli Spiriti" ששימש בית החולים של הקהילה בזמן המגיפה.[1]

רשמי ביקור[]

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המקור: במאמר

Sergio Andreatta כתב על Misteri e fantasmi di Fondi ב-1 ינואר 2009

Arco del tempo, questo in altre epoche doveva incastonare una robusta porta. Subito dopo si apre un quartierino di case antiche tutte ridossate l’una all’altra, quasi a proteggersi a vicenda nel loro intimorimento con una solidarietà elementare oggi non più riconoscibile. “Giudea e non ghetto” proclama magistrale una colonnina turistica multilingue. Ma oltre noi due non c’è, in questi giorni di vacanza, neanche un turista italiano che la possa leggere. All’inizio di uno slargo si trova il cancello dell’antica sinagoga. Si riconosce a vista per il simbolo delle tavole di Mosè. Infilo dentro uno sguardo carsico. Non vedo e non sento ma immagino gli ebrei vissuti qui per quindici secoli di fila fino all’editto di Carlo V del 1540. Stasera si replicherà qui un’altra profanazione, la cultura imposta di uno dei tanti presepi viventi. Ma non è più tempo di pensare ormai al fragile rispetto della cultura, al sentimento che raccomanda “ad ognuno i suoi luoghi”. Serrati gli usci delle botteghe di tintoria morte, oggi le persone non trafficano più, non si colgono più gli odori speziati della cucina tipica né i rumori della vita né i vocii se non il solo miagolio implorante della gatta bianca solitaria che si accovaccia sui gradini della Casa degli Spiriti. Ancora foto su foto, ma tristemente come per una storia irrimediabilmente ormai persa…, indocumenticabile. E gli occhi lucidi e conturbanti del felino non stanno più solo a guardarmi indifferenti, ora vorrebbero parlarmi. Non mi basta aver letto prima che la comunità ebraica “è qui vissuta in pace”: epitaffio sopra una civiltà svanita, un amen pronunciato troppo in fretta. Dalla “Casa degli Spiriti”, un tempo appartenuta alla famiglia di un’amica, sento provenire la spirale di un tormento. Un gemito o, forse, un refolo di vento da una porta interiore, più che interna, che si anima… Non si sarà destato il fantasma del Cavaliere insistentemente raccontato da una leggenda popolare fondana? Non sarà quello, invece, il suo pianto per questa nuova profanazione che tentano di infliggergli, una profanazione che si chiama “pub”. Una casa di comunità e cultura, luogo d’importanza storica accertata per la presenza di un battistero, di culto, di simbologie… E come può il fantasma di un “Cavaliere della notte” non dolersene già di giorno? Davanti alla loro casa natale sono certo che Giuseppe e Pasqualino De Santis, registi di tanti film importanti del cinema italiano, avrebbero rifiutato quella lapide d’orgoglio paesano e preteso dai sindaci più rispetto per i valori più impregnanti della comunità. Né avrebbe di sicuro taciuto il grande poeta Libero De Libero. Come una corda stesa in un vicolo tra due pareti contrapposte, il paese si gioca nell’ambivalenza di due immagini diverse, da un lato la superbia del castello e di alcune facciate di chiese, dall’altro la miseria di un mucchio di casupole da niente. E non parlo delle ambiziose ville degli arricchiti intorno ai mille spacci del M.O.F. e della politica. A sera il mio PC mi restituisce il blow-up delle 100 foto scattate il pomeriggio

המקור

תמונות מהשכונה היהודית ששחוזרה[]

המקור:אתר הקהילות היהודיות באיטליה לכבוד יום התרבות האירופאי 2011

הערות שוליים[]

  1. Annie Sacerdoti, Guida all'Italia ebraica, Marietti, Genova 1986.
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